Fainplast punta sulla sostenibilità

L’azienda marchigiana produttrice di compound per il settore calzaturiero è in costante evoluzione: nuovi impianti, prodotti bio-based e certificazioni ambientali.

Vladimiro Fratini

Nonostante gli ultimi anni siano stati molto difficili per qualsiasi attività industriale, Fainplast non si è fermata e ha continuato a sviluppare il proprio impegno per una produzione sempre più efficiente e, soprattutto, sempre più attenta alle tematiche ambientali. Ce ne parla Vladimiro Fratini, direttore commerciale e direttore tecnico di Fainplast: “Per quanto riguarda il settore calzaturiero stiamo investendo ulteriormente sul prodotto EVAtech. Infatti, installeremo 2 nuove linee di compound a base EVA per stampaggio entro il 2022, con un investimento complessivo di circa 3 milioni di euro. Inoltre, stiamo investendo in impianti che ci consentiranno di ampliare la capacità produttiva anche per il settore delle energie rinnovabili con la realizzazione di mescole per la produzione di cavi per impianti fotovoltaici, un comparto in forte espansione, come è evidente. Una notizia che non interessa il mondo calzaturiero, ma che dimostra la dinamicità di Fainplast e la sua propensione ad investire per innovare”.

Parlando di energie rinnovabili viene naturale pensare ai temi della sostenibilità. Come vi state muovendo in tal senso?

“Proprio durante il recente Simac Tanning Tech abbiamo presentato i nostri nuovi compound per la riduzione dell’impatto ambientale. 

Si tratta di materiali a base di EVA di origine BIO al posto dell’EVA tradizionale di origine fossile. Inoltre in collaborazione con Bloom, abbiamo realizzato mescole più innovative con ingredienti naturali. BLOOM, infatti, produce materiali “sostenibili” grazie all’impiego di prodotti a base di microalghe. Le alghe che proliferano in eccesso nei fiumi vengono trasformate da BLOOM in biomateriali che FAINPLAST utilizza in una nuova linea di compound a ridotto impatto ambientale. Questi materiali, grazie alla plasticità naturale delle alghe, mantengono le principali caratteristiche dei compound EVAtech. Si può stimare che un chilo di compound EVAtech realizzato con il 15% di bio-materiali prodotti da BLOOM permette di ripristinare la “salute ambientale” di 337,8 litri d’acqua e la cattura di 255,4 grammi di anidride carbonica”.

Quando si parla di sostenibilità non si può tralasciare il tema certificazioni?

“È la seconda novità presentata in fiera. Fainplast ha ottenuto la certificazione ISCC PLUS. Uno schema di certificazione di livello internazionale che valorizza l’impegno delle aziende per la tutela ambientale che si concretizza con l’utilizzo di prodotti “sostenibili”.

Questa certificazione si fonda su un concetto cruciale: la sostenibilità di un prodotto deve essere attestata lungo tutta la filiera produttiva. Infatti, consente a ciascun attore della filiera di attingere a un prodotto sostenibile da fornitori in possesso di un certificato valido per quel prodotto.

L’obiettivo principale dello schema è fornire soluzioni di sostenibilità per catene di approvvigionamento completamente tracciabili e non coinvolte in processi di deforestazione.

A livello pratico, lo schema ISCC Plus si rivela uno strumento chiave per gestire le risorse naturali in modo sostenibile; dimostrare il rispetto dei diritti umani e delle condizioni di lavoro; dimostrare un comportamento etico verso gli stakeholders; dimostrare azioni indirizzate alla riduzione degli impatti ambientali delle attività agro-industriali; dimostrare l’uso efficiente delle risorse idriche; attivare sistemi di rendicontazione dell’impronta carbonica con obiettivi di riduzione”.

Come valuta l’attuale situazione del mercato?

“Notiamo un rallentamento degli ordini dopo il clamoroso boom dello scorso anno dovuto a una domanda così forte da mettere talvolta in crisi le aziende, vista la carenza di materie prime. Un anno duro da gestire, quindi, ma anche molto soddisfacente dal punto di vista dei numeri, sia quantitativi che qualitativi.

Preoccupa, però, l’attuale stagnazione e i venti di recessione che soffiano sull’economia. Una preoccupazione che accompagna ogni dato positivo che si rileva in questo periodo. Se la fiera SIMAC, così come altre manifestazioni, è tornata a livelli pre-covid e se, a livello europeo, sembra che il percorso verso la normalità sia intrapreso, gli eventi geo-politici non possono che raffreddare l’entusiasmo. La preoccupazione dei mercati genera alti e bassi nella domanda che risultano molto difficili da gestire.

Per quanto riguarda le materie prime, da un lato possiamo affermare che i problemi sorti nei mesi passati siano in via di stabilizzazione, sia come reperimento che come prezzi. D’altra parte il fattore preoccupante è ora quello legato ai costi dell’energia”.